Benazir Bhutto è stata assassinata in Pakistan lo scorso anno il giorno del mio compleanno. Quest’anno per il mio compleanno, la “Air Force” israeliana (IAF) ha iniziato a bombardare obiettivi nella striscia di Gaza, per fermare la pioggia di razzi che cadevano sul sud di Israele dopo la fine del cessate il fuoco con Hamas, il 19 dicembre. Mi chiedo che cosa devo aspettare per il mio prossimo compleanno.

È discutibile che l'incursione a Gaza possa essere tecnicamente definita una guerra, in quanto non si tratta di un conflitto tra due paesi, ma piuttosto fra un paese e un’entità politico-militare. In Israele, tuttavia, i media l’hanno definita tale, così come hanno fatto i politici. E perciò dichiaro che le mie osservazioni in Israele nel corso della guerra sono molto scoraggianti.

Quello che non ha senso per me, è questo:
Come mai la guerra è ancora considerata un efficace metodo di cambiamento? Gli Stati Uniti se la cavarono lanciando armi nucleari sul Giappone nel 1945, portando la guerra su quel fronte ad una conclusione desolata e orribile; ma noi, come razza umana desideriamo VERAMENTE che ciò avvenga di nuovo?
Ora, nel 21° secolo, siamo o non siamo più evoluti, più raffinati, più capaci di gestire i conflitti in un luogo, tra l'altro, dove le persone hanno in comune più di quanto siano stati indotti a credere?

È comprensibile che il mondo si armi e marci per le strade, gridando slogan per porre fine alla guerra, per chiedere un cessate il fuoco. È incomprensibile come in una settimana e un paio di giorni, centinaia di persone abbiano perso la vita, e migliaia siano i feriti e che a coloro che sopravvivranno a questa catastrofe, non sarà lasciato quasi nulla per continuare faticosamente un’ esistenza dopo il tentativo di Israele di eliminare Hamas dal controllo della Striscia di Gaza.

Tuttavia, per le strade vi è molto di più di un tentativo di richiesta di cessate il fuoco o un appello per la pace. Vi è un continuo appello per la fine di Israele; ed è qui che si intensifica il conflitto, perché gli ebrei pro-Israele e gli israeliani a favore della decisione del governo di invadere Gaza, diventano più resistenti, più amareggiati e più alienati dal resto della popolazione umana.

La discussione, le dimostrazioni, il dibattito, le lacrime e la rabbia non riusciranno a porre fine allo Stato di Israele, tuttavia bisogna convincere Israele a rispettare i diritti internazionali ed a mantenere le sue promesse. Tra l’altro, gli abitanti della Cisgiordania hanno ancor piu’ ragione degli abitanti di Gaza di protestare contro la politica di Israele, perche’ la situazione dei Palestinesi occupati non e’ migliorata, malgrado Abbas e Fayad siano rimasti tranquilli.

La violenza è imperdonabile ad entrambe le parti. È incomprensibile come Hamas possa credere di riuscire a prevalere con questo metodo di lanci di razzi, con uccisioni, con distruzioni, terrorizzando e molestando gli israeliani di tutte le categorie, compresi gli arabi residenti a Israele. Come può, chi dichiara di essere l'organizzatore di una nazione viva e in sviluppo, essere capace di mettere a repentaglio la vita di tante persone, riempiendole di odio? Questo è al di là delle mie capacità di comprensione.
Tuttavia essi hanno il diritto di resistere, hanno il diritto di avere un paese, hanno dei diritti su Gerusalemme e il diritto di ricompensa per i rifugiati ...

Ma non è questo che vuole Hamas. Hamas vuole una battaglia perpetua, avrà sempre bisogno di un nemico; se non sono gli ebrei o Israele, è la Fatah. Se non è la Fatah, sono gli Stati Uniti o l'Egitto; un giorno potrebbe essere pure l'attuale sponsor, l'Iran. Essi svolgono un gioco ignobile con la vita delle persone, con la vita dei bambini. I bambini che non hanno altra scelta, se non quella di emulare quello che vedono e di cui fanno l’esperienza nel loro ambiente.

La settimana scorsa, nel campus dell’Università di Tel Aviv, studenti palestinesi e arabo-israeliani hanno manifestato in segno di protesta contro la violenza. Un centinaio di studenti circa, si sono presentati vestiti dei loro “keffiyehs” e con segnali di solidarietà per Gaza. Erano arrabbiati e, ho notato, anche molto tristi.

Il mio amico Davide ed io abbiamo parlato con due donne manifestanti e chiesto ciò che volevano ottenere con questa dimostrazione. Volevano far cessare le violenze. Ci hanno raccontato di una madre e dei suoi quattro figli uccisi quella mattina durante i bombardamenti dell’aviazione israeliana. Una delle giovani donne ha detto: "Vogliono tutta la terra", poi, dopo averci ripensato su, "Tutta la NOSTRA terra".

Le ho risposto, "È di tutti la terra, ce ne è abbastanza per tutti noi, e dobbiamo tutti vivere qui, perciò che cosa facciamo?"

Ho continuato a chiederle: Come finirà? Qual è il nostro programma? Arrivarono altri studenti ebrei e chiesero, "Perché i razzi?"

Essi non sapevano rispondere su come fermare i razzi, né sapevano giustificarli.

Ma io non ero interessata a questo argomento. Ero più preoccupata per il fatto che nessuno di noi avesse un piano o una proposta da presentare.

Ho continuato a parlare con l'altra giovane donna a proposito della situazione. Ha continuato raccontando delle violenze subite e della fame sofferta. E le ho detto, "Lo so, anch’io voglio che finisca, ma come?"

Ci siamo guardate negli occhi e le ho chiesto se potevo abbracciarla. L’ho fatto e quando ci siamo separate mi sono accorta che i miei occhi erano pieni di lacrime. L’ho guardata, e anch’ella piangeva. Non c’era più rabbia nel suo aspetto, c’era solo una tristezza totale e un senso di sconfitta e di impotenza.

Mi disse, "Sono così triste che ho voglia di piangere."

"Anch’io", risposi.

Testo originale: From Tel Aviv by http://www.ipeace.me/profile/PalestineIsraelJournal on January 4, 2009

Traduzione: Gruppo “http://www.ipeace.me/group/traduttoriperlitaliano” (Antonella, Sara, Aldo)

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Replies to This Discussion

Di fronte a tanto chiedersi e confrontarsi tutti, nonostante l'etnia o la religione,sono accomunati dal dolore e dalla domanda finale: PERCHE' TUTTO QUESTO? CHI LO VUOLE VERAMENTE E PER QUALE MOTIVO?" Persone di Pace dovrebbero tutte unirsi nel dire :io non ci sto
Cara Antonella,
sono d'accordo con te... ho appena guardato questo video che David Califa ha spedito al gruppo 15,000 Stories
http://www.youtube.com/watch?v=9BE1YqDYlLo, guardalo anche tu, ti piacerà sicuramente...
e mi son detta, e se finalmente una folla enorme di pacifisti arrivasse a Gaza e cominciasse ad abbracciare tutti quanti, palestinesi e israeliani, che succederebbe???

Posso immaginarmi che dopo lo sgomento iniziale, beh... mi sa che tutti quanti ci si abbraccerebbe fino a lasciar finalmente sbollire rabbia, frustrazione e odio!

Abbiamo tutti bisogno di AMORE e penso proprio che quando l'Amore ti stà abbracciando, non lo mandi via, vero?
Ti aggrappi a lui, piangi tutte le tue lacrime tra le sue braccia, ti fai coccolare come il bimbo che eri una volta e ti lasci impregnare dall'energia che questo Amore emana... fai il pieno di A-MO-RE e basta!!! Non stai li a pensarci 2 volte... lo accetti e basta!... Ne approfitti anche...
Perché ne hai COSÌ bisogno!!!

Sarebbe un'idea... é da provare...

Love, Light & Peace

Sara

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