DITE PURE CH’IO SIA UN SOGNATORE, MA È COSÌ CHE VOGLIAMO iPeace.
David Califa, 9 Gennaio 2009 alle 12:56
Ho ricevuto questo messaggio da Stephanie:
David,
Se qualcuno è nei nostri pensieri in questi giorni … indovina chi può essere?
Perché non ci tieni aggiornati e ci fai sapere che cosa stai facendo?
Siamo tutti curiosi di saperlo. Tu che fai miracoli, aiutaci a crescere.
Umm.
E perché no? 85 messaggi in iPeace e altrettanti e-mail possono aspettare.
Primo, sono stanco, molto stanco. Ho lavorato 16 ore al giorno dall’inizio della guerra di Gaza, per mantenere sotto controllo, libero da interferenze, lo spazio di iPeace. Capisco la rabbia, l’orrore, il dolore che molti di noi provano. Tuttavia è necessario che iPeace rimanga un posto di pace.
Sono triste e frustrato per questa guerra futile. La chiamo futile perché non condurrà alla pace. Condurrà a più odio, a sofferenze prolungate e a disperazione. Provocherà sfiducia e paura. E se continuerà, distruggerà ogni speranza.
Sono anche dispiaciuto perché vi sono alcuni violenti e razzisti che cercano di sfruttare iPeace. Per ore e ore seguo molti blog e discussioni, leggo molti messaggi. Fra le parole di incoraggiamento vi sono anche molte manipolazioni, mezze verità, odio e vere e proprie bugie. Su iPeace si combatte una guerra per la consapevolezza. Le vittime di questa guerra siamo tutti noi, specialmente quelli che non sono a conoscenza dei fatti meno noti di questo conflitto che continua da 100 anni.
Questa guerra è futile, perché l’odio per Israele o per Hamas non conduce alla pace o alla giustizia, né fa tornare in vita i morti. Vi è una sola strada, la strada della pace. Sono sicuro che questa è la strada che prevarrà.
Quando leggo la corrispondenza fra Majed, che è intrappolato in Gaza bombardata, e Myron, un israeliano che vive in un insediamento del West Bank, mi rinasce la speranza. So che si parlano anche per telefono, Tutti quelli che hanno scambi di questo genere sanno quanto grande è la potenza dell’amicizia che ne deriva. È un’amicizia più potente di qualsiasi muro di separazione. Questo mi fa pensare che qualche obbiettivo è stato raggiunto, Che lo abbiamo reso possibile.
Il mio cuore esulta quando leggo le tue poesie, guardo i tuoi quadri, ascolto la tua musica, vedo formarsi nuove amicizie.. Siamo circa 15.000 oggi, provenienti da 180 nazioni; siamo una potenza cultuorale e siamo certi di poter cambiare le cose.
Testo originale di David Califa, You may say I’m dreamer, 9 Jan.2009
Traduzione: gruppo Traduttori per l’italiano (Aldo)